• Home
  • Titus arriva a Ultramar

Titus arriva a Ultramar

Idarus stava morendo. Il Generale Strayk lo percepì come fa una preda messa all’angolo. Il ferrocemento sussultò sotto i suoi piedi, come se anche la torre di coltivazione lo sapesse e avesse iniziato a tremare per la paura, piuttosto che per la carica dei colossali sciami di Tiranidi. Le aiuole che doveva preservare sfrigolarono come spuma marina sui ciottoli mentre le vibrazioni tettoniche ne facevano agitare i viticci.

Il posto di comando temporaneo di Strayk era a quindici piani di distanza dal terreno, isolato vicino al centro della torre e perciò lontano dagli orrori all’esterno, eppure il generale riusciva ancora a sentire i Tiranidi. Persino in quel santuario protetto, i loro versi alieni arrivavano con tale chiarezza che si domandò se non fossero in realtà nella sua testa. Se i suoi soldati non avessero trasalito a ogni ululato bestiale e stridio remoto, avrebbe pensato che stava iniziando a perdere il senno. 

‘Per quello c’è sempre tempo, direi’, borbottò tra sé mentre si massaggiava le tempie. 

‘Come ha detto, signore?’, chiese Osper. La punta di preoccupazione tristemente familiare nella sua voce era tornata e fece sussultare Strayk. 

‘Niente di importante, aiutante. Solo i brontolii di un vecchio’, rispose. Si costrinse a raddrizzare le spalle e a serrare la mascella. Era terribilmente consapevole che Osper, insieme a tutti gli altri soldati al suo comando, cercavano speranza in lui. 

‘Molto bene, signore’, replicò lei, poi si appoggiò al tavolo della mappa e la torre di coltivazione tremò ancora. I lumi dondolarono sui fili, mentre luce e ombra ondeggiavano ubriache e aumentavano il nauseante senso di spaesamento di Strayk. Le Guardie Imperiali si aggrapparono ai set vox, alle unità di irrigazione della torre o le une alle altre. Strayk avvertì i loro occhi sbarrati, ne udì le domande inespresse. Cos’aveva colpito la torre? Era stata raggiunta dai Tiranidi? Stavano per morire tutti? 

All’affievolirsi dei tremiti il Generale si stampò in faccia un sorriso sicuro di sé. In gioventù, lo sapeva, sarebbe apparso affascinante e malizioso, una sorta di ghigno da cospiratore che invitava gli altri a condividere il suo naturale carisma. Adesso era ormai vecchio, esausto e pieno di timori, e sperò di possedere quantomeno un’ombra dell’impatto di quell’espressività. 

‘Se è questo il meglio che sanno fare quei sudici xeno, allora questa torre sarà ancora in piedi quando saranno diventati cenere. E noi con essa!’, urlò. ‘L’Imperatore protegge!’. 

‘L’Imperatore protegge’, fece eco la replica corale, più per un riflesso allenato che per convinzione autentica. Eppure la familiarità dell’espressione rinsaldò appena i militari, anche se alcuni di loro fecero fatica a credere nel sentimento. 

‘Certamente, e possiamo tutti dargli una mano in quel senso, quindi facciamo il nostro dovere’, disse Strayk con cordialità forzata. ‘Gospard, aggiornami sulla Diciottesima Compagnia. Renwick, contatta il Tenente Urson e fai il punto della situazione sull’evacuazione dai macrorecinti di Bosco Nord. Borthlen, scopri tra quanto possiamo aspettarci i rinforzi corazzati da Valle Tormento. Voialtri, controllate da cima a fondo le armi e pregate. Prepariamoci a intervenire, se necessario’.

L’operosità è alleata del coraggio, si disse Strayk mentre i suoi soldati si affrettavano a obbedire. Sperava di averli persuasi di star ancora combattendo una guerra che potevano vincere. Se solo fosse riuscito a convincere anche se stesso… 

‘Signore?’ chiese Osper. Con un sussulto colpevole, Strayk si accorse che stava di nuovo vagando con la mente. Magari fosse riuscito ad avere solo cinque minuti di tranquillità, o meglio ancora, qualche ora di sonno sereno. Ma se i desideri fossero navi da guerra, non resterebbero alieni o eretici a turbare l’Imperium. 

‘Sì, aiutante, esaminiamo il…’.

‘Signore! Rapporto urgente dal sanctum degli Astropati!’. 

La voce dell’operatore vox era quasi un urlo. Aveva qualcosa di così insolito che la mente stanca di Strayk impiegò un momento ad analizzarlo. Era forse ottimismo? O addirittura entusiasmo? 

Scambiò uno sguardo perplesso con Osper.

‘Sentiamo allora, ragazzo’, lo sollecitò. Sì, pensò, entusiasmo, non c’era dubbio. Gli occhi dell’operatore vox ne erano illuminati. 

‘Signore, l’Astropate Anziano Quatembe segnala una risposta esterna alle richieste d’aiuto del suo coro’. 

‘Per il Trono…’, sussurrò Osper. 

‘Da chi?’, chiese Strayk. 

‘L’Astropate Anziano mi chiede di porgervi le sue scuse, signore. Riferisce di un’ombra sull’Empyrean, gravi psio-interferenze ostili che ostacolano la comprensione e vittime tra i membri del coro. Hanno decifrato solo una manciata di elementi da un certo Astropate Anziano Kornelius’. 

Strayk guardò trepidante l’operatore. Quel nome non gli diceva nulla, quindi perché il giovane soldato era così entusiasta? 

‘Signore, i messaggi sono stati sintetizzati in rinforzi, immediati, Titus e… Ultramarines’. 

La scarica che attraversò il posto di comando fu elettrizzante. Il nome ‘Titus’ per loro aveva lo stesso valore di ‘Kornelius’, ma la sola menzione degli Ultramarines sollevò il morale molto più di qualsiasi eventuale discorso del Generale Strayk. Per il Trono, pensò. Molto meglio di qualsiasi dormita io possa mai desiderare. 

‘Gli Ultramarines stanno…’.

‘… a salvarci, verranno a…’.

‘Lode all’Imperatore, lode a…’.

‘Silenzio!’, ordinò Strayk, anche se stavolta il suo sorriso non sembrò affatto forzato. A loro discolpa, i soldati esausti e disperati si ammutolirono all’unisono. 

‘Abbiamo ricevuto una notizia eccezionale, migliore di quanto avessimo potuto mai sperare. Ma faremmo una pessima figura se gli Space Marines del Dio-Imperatore accorressero fino a Idarus per salvarci il fondoschiena solo per scoprire che siamo stati tutti divorati! Quindi mantenete la calma e seguite gli ordini. Facciamo in modo che, quando arriverà, questo Titus e i suoi Ultramarines restino davvero impressionati!’. 

Stavolta, l’urlo di assenso fu sorretto da un impeto autentico. 

‘L’Imperatore protegge!’. 

‘L’Imperatore protegge’, replicò il Generale Strayk, avvertendo un fuoco di speranza divampare nel petto. ‘E anche i suoi Ultramarines’.